C’è una canzone dei Subsonica che risale ai tempi dei concerti nei centri sociali e che si intitola Cose che non ho. Mi è rivenuta in mente in un momento di spleen domenicale in cui avrei voluto convertire tutta la mia energia in qualcosa di costruttivo, tipo fare la pizza con quella farina che ho comprato e che forse è scaduta, e invece sono rimasta ore a sentirmi inadeguata sui social.
La mia psicologa mi ha lasciato un diario su cui tenere traccia dei momenti no, cercando anche di specificare il loro nome. Quello che chiamano “esplicitare i sentimenti”. Non basta scrivere di aver provato rabbia, bisogna essere più dettagliati: ero infastidita, seccata o furiosa? Al momento non so se sto provando meno rabbia, ma di sicuro ho ampliato il mio vocabolario.
E ho scritto un decalogo dell’ansia, come ho passato una domenica pomeriggio a non fare nulla di positivo per la mia vita, invidiando pure le vite dei cagnolini su Instagram.
Il decalogo dell’ansia
Dicevamo un decalogo dell’ansia, quella che ieri mi ha inchiodato a fissare lo schermo del cellulare, facendomi accomodare in questo circolo vizioso di sensazioni bloccanti. La decisione migliore che ho preso in quel caso specifico, è stata aprirmi una bottiglia di vino.
Un rosato e una notte a dormirci su dopo, mi sono anche chiesta se fosse il caso di condividere questi miei pensieri, soprattutto in un’epoca di opinioni servite 24 ore su 24 e ho deciso di sì. Se girano newsletter in cui si nomina il fenomeno delle “Grandi Dimissioni” in ogni numero, allora io posso scrivere il mio personalissimo decalogo dell’ansia. Se non altro perché magari là fuori esiste anche una e una sola persona che può sentirsi confortata e pensare che, tutto sommato, c’è chi sta peggio.
I dieci punti dell’ansia, innanzitutto, variano. Alcuni ricorrono in quasi tutte le mie classifiche mentali, altri cambiano a seconda del momento storico, fase lunare, fase mestruale, sistema bifase. Questi sono quelli freschi di qualche giorno fa.
- Non ho fatto alcuna ricetta di quelle che continuo a leggere per l’impastatrice;
- Non ho neanche mai usato l’impastatrice;
- Non ho preparato nessuna delle storie che avevo in mente sulle ultime cose viste, perché quando ho aperto Instagram c’era così tanta condivisione da non richiedere anche la mia;
- Non ho titoli per condividere. Cucino a sentimento, leggo guardo film ascolto podcast come chiunque, quali contenuti posso portare io che non li abbia già portati qualcuno meglio e facendo più ridere?
- Non ho scritto sul blog (ma poi ho rimediato), non ho scritto sul gruppo di scrittura. Non l’ho neanche detto che ho un gruppo di scrittura;
- Non sono capace di esternare quello che faccio. Non lo so neanche io quello che faccio;
- Non so stare al passo. Mi informo, leggo un sacco perché sotto sotto ho paura di essere esclusa, ma al tempo stesso mi sembra di rimanere indietro;
- Non riesco a mettere a frutto le mie capacità. Leggo continuamente post di persone che sostengono come non bisogna ricercare la perfezione a tutti i costi, ma come ci sia la necessità di saper rallentare, di lasciar andare, di defilarsi. Poi te le ritrovi che hanno una nuova rubrica, una nuova newsletter, un nuovo sito, un nuovo cliente, una nuova collaborazione, un nuovo figlio, un nuovo libro, una nuova intervista. Allora io penso che, per le divinità abissali, se leggo ancora l’elogio alla mediocrità da una di queste persone, la cerco per sputare loro addosso;
- Non sono buona abbastanza. Senso di ansia più senso di colpa per aver pensato delle cattiverie invece di essere costruttiva e di capire come trasformare questa energia in un senso positivo;
- Non mi viene in mente altro ma volevo concludere con un decalogo. Come sarebbe suonato male “i nove punti dell’ansia”?
Il diritto a condurre una vita misera
Ecco, ho scritto quello che vorrei leggere di più in giro. Basta con i consigli di chi ti suggerisce che ci si può fermare e che è ok to not be okay e poi fanno seimila cose e tutte a modo, stanno addirittura male con grazia. Possono esprimere, queste persone, la propria opinione anche se hanno appena preso un cliente nuovo? Certo. Possono, queste persone, manifestare un disagio anche se hanno appena scritto un libro? Certo di nuovo. Ma posso anche io essermi rotta di ascoltarle e avere voglia di esseri umani che dicono di condurre una vita misera ed effettivamente conducono una vita misera? Non lo so, devo chiedere alla mia ansia.
Essere mediocri nelle emozioni
Questa storia, come sempre, non insegna nulla. Avevo solo bisogno di ricordare che ci si può concedere di essere mediocri, ogni tanto, che si può non fare nulla, tranne il minimo sindacale per sopravvivere, ogni tanto.
Che si può provare delusione, rabbia, stanchezza, voglia di fissare il muro senza dover essere eccezionali. Si può essere mediocri anche nelle emozioni, ogni tanto.
La prossima volta scrivo qualcosa di costruttivo, oggi no.
Forse è così, io vivo fuori tempo
È vero ciò che sento sotto pelle
È come una costante sensazione di
Mancata appartenenza
Che suona e vedo le tue mani
Allontanarsi alla deriva delleCose che non ho
Cose che non avrei potuto avere mai
E cose che non so
Le cose che non ho
Sono ciò che sono e non chiedono scusa
(Guardale a fondo non cerco una scusa)Forse è perché sorrido fuori tempo
Non riesco ad adattarmi e galleggiare
Perso dentro guai di cui non
Provo neanche più a trovare un senso
Ti cerco e vedo le tue mani
Allontanarsi alla deriva delleMa non rinuncerò ai miei relitti, alle mie cose che non ho
E non le tradirò cose che so
Non dimenticherò la nostra strada e ciò che siamo
Questo no non credo cambierò cose che so
5 Comments
Maria Laura
23/02/2022 at 08:40Come al solito un port che avrei potuto scrivere (peggio) anche io (se avessi un blog).
Grazie Agnese per farci sentire meno inadeguati.
Maria Laura
23/02/2022 at 08:40post, non post..che rabbia i typo
Killbilla
25/02/2022 at 14:50Grazie a voi per non farmi sentire meno sola. Quando scrivo qualcosa, il primo pensiero è che non c’è bisogno dell’ennesimo contenuto. Poi però mi dico che se anche una persona sola può riconoscersi, perché no?
Giovanna
23/02/2022 at 14:22Una delle cose più vere, autentiche e reali mai lette.
Killbilla
25/02/2022 at 14:52Non so come ringraziarti, davvero. Non sono brava con l’autostima e ogni volta che ricevo un aprrezzamento, mi sento davvero grata che qualcuno mi ascolti e magari trovi anche uno spunto di riflessione.