C’è chi si impegna nella divulgazione scientifica, io metto the fun in funeral. Non lo so chi lo ha detto, è scritto su una calamita che ho comprato a New Orleans e che riassume in maniera quasi esaustiva me.
Short version per chi ha tempo ma non ha intenzione di aspettarlo e per chi proprio non ne ha: questo articolo non contiene buonumore. Allora perché leggerlo? Perché magari c’è qualcuno che come me simpatizza per la famiglia Addams e il suo approccio alla vita.
Popolo di santi, opinion leader e amici di Mark Zuckerberg
Tempo fa c’è stato un malfunzionamento di tutte le proprietà di Mark Zuckerberg (per chi avesse stabilito un collegamento dal 1827, è uno dei fondatori di Facebook) e la mattina seguente la fauna mondiale rispondeva all’avvenimento con alcuni criteri.
- Coerenza, quella che fa scrivere alla gente “quanto si è stato bene senza Facebook e Instagram” su Facebook e Instagram. Come quando vado a cena fuori due volte di seguito e annuncio che potrò bere pochissimo perché ho già dato la sera precedente e finisce con me che ballo sui tavoli;
- Simpatia, nelle risposte di chi ci ha tenuto a sottolineare che non si era accorto del malfunzionamento perché “lavorava”. Wow, ci mancava “specchio riflesso”;
- Acredine, di chi vorrebbe mollare tutto per aprire un baracchino di granita a Lanzarote e invece ha a che fare proprio con i social e con la capacità informatica dei clienti pari a quella di mia nonna;
- Competenza, la dote migliore del popolo italiano. Ogni giorno un italiano si sveglia e sa che deve correre a dare la sua opinione, non importa se si tratta di carica virale, sistemi operativi o fisica quantistica. L’importante è scriverlo e far sapere di sapere.
Scegliere di non provare nulla
Io me ne sono accorta di questo disservizio? Sì e nonostante questo sono riuscita anche a svolgere degli altri compiti. Ho provato il panico da isolamento? No. Sono stata felice dell’isolamento? Neanche.
Io non ho provato nulla, non ero né triste né felice, né coinvolta né distaccata, non me ne è fregato un emerito niente. Da qui ho ripreso una riflessione che è da un po’ che sto facendo e che vorrei essere in grado di mettere in pratica più spesso. Quando succede qualcosa, qualsiasi cosa, voglio chiedermi se mi interessa, dopodiché se conosco l’argomento, infine se voglio/posso esprimere la mia opinione, oppure condividere un pensiero che quell’avvenimento ha generato.
Come se ci fosse un’infografica
Se sapessi disegnare o usare dei programmi specifici, piazzerei adesso una bella infografica con anche dei disegnini molto carini. Ma non sono capace, quindi ecco qui uno schema artigianale fatto in casa per voi.
Succede qualcosa a livello personale/nazionale/internazionale. Mi interessa davvero? | No. Non dico niente e vado avanti con la mia splendida vita |
Succede qualcosa a livello personale/nazionale/internazionale. Mi interessa davvero? | Sì. Ho le conoscenze per esprimere una mia opinione, oppure voglio chiedere un approfondimento, oppure questa cosa ha generato un pensiero che voglio condividere |
Questo pensiero è rispettoso e/o almeno fa ridere, oppure è il solito “questo non è un aeroporto, non bisogna annunciare la partenza?” | No, non dico niente e vado avanti con la mia splendida vita. Soprattutto se devo fare la battuta dell’annuncio |
Questo pensiero è rispettoso e/o almeno fa ridere, oppure è il solito “questo non è un aeroporto, non bisogna annunciare la partenza?” | Sì, lo è e no, non è un meme sentito e risentito, frutto di una mia incapacità di interagire con il prossimo senza doverlo schernire ogni volta. Posso parlare. |
The car’s on fire and there’s no driver. Una canzone allegra
Perché ho scritto questo pilotto che non sembra azzeccarci nulla col mettere un po’ di fun in funeral?
Intanto perché ho dormito pochissime ore per via di un forte temporale che non mi ha fatto chiudere occhio. Poi perché davvero mi auguro di riuscire a intervenire nelle questioni solo quando mi interessa e non perché devo dimostrare qualcosa. Infine perché questa riflessione mi è scaturita da una canzone allegra come il parco di Salem che commemora l’uccisione per stregoneria di alcune persone.
Ecco, a volte mi sento come in un’auto in fiamme e senza nessuno alla guida, intrappolata. Se non posso uscirne, almeno fatemi mettere un po’ di fun in funeral.
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